Il 13 ottobre 2024, la Sala Santelli del comune di Codogno ha ospitato un evento intitolato “La digitalizzazione dei servizi pubblici: sfide e opportunità per le persone anziane“. Questo incontro è stato organizzato in occasione del quinto anniversario dell’Indagine longitudinale sulla vita quotidiana della popolazione anziana nel lodigiano. Presenti all’evento erano i ricercatori Simone Carlo e Francesco Diodati, dell’Università Cattolica di Milano, e Giulia Melis, dell’Università di Milano Bicocca, che hanno guidato una discussione sui temi legati alla digitalizzazione e alle sfide che essa comporta per le generazioni più anziane.

L’Indagine: un focus sul Lodigiano

Simone Carlo ha aperto l’incontro sottolineando l’importanza dell’indagine e del punto di vista dei partecipanti nell’esplorare l’intersezione tra i processi di invecchiamento e la transizione digitale, ponendo l’accento su come queste dinamiche influenzino i corsi di vita degli anziani. Giulia Melis ha introdotto la nuova fase della ricerca, inaugurata in concomitanza con l’evento, che in aggiunta a un nuovo ciclo di interviste, proporrà un ulteriore momento di confronto di gruppo per sperimentare una prova interattiva di utilizzo dei servizi digitali. 

Infine, Francesco Diodati ha presentato i risultati delle interviste realizzate l’anno precedente analizzando il fenomeno del non utilizzo dei servizi pubblici digitali, in particolare del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Diodati ha messo in discussione la narrazione secondo cui questo non utilizzo sia da interpretare come una forma di esclusione forzata. Ha suggerito, invece, una lettura alternativa: il rifiuto di adottare servizi digitali potrebbe anche riflettere una scelta consapevole, che si basa su considerazioni di opportunità e utilità. È emersa quindi la necessità di comprendere fino a che punto gli anziani possano scegliere di non utilizzare i servizi digitali e quali possibili danni o opportunità questa scelta comporti.

Tavola rotonda con amministrazioni e associazioni locali

Il terzo momento dell’evento è stato caratterizzato da una tavola rotonda che ha raccolto gli interventi di diverse figure chiave del territorio: 

Romina Capelli (Assessora alle Politiche sociali, alla famiglia, alle disabilità e ai rapporti con la sanità del Comune di Casalpusterlengo) ha aperto il dibattito evidenziando che la digitalizzazione rappresenta un’opportunità significativa per le persone over 65, che partecipano numerose agli incontri organizzati dal comune per insegnare l’uso delle tecnologie digitali, ma riflettono anche una mancanza di alfabetizzazione digitale. Capelli ha anche richiamato l’attenzione sul tema della solitudine, evidenziando come la transizione da una famiglia allargata a modelli di vita più individualisti abbiano reso ancor più cruciale l’uso delle tecnologie per mantenere relazioni di cura e vicinanza.

Paolo Cianciabella (partecipante alla ricerca) ha condiviso la sua esperienza di alfabetizzazione digitale, descrivendo l’influenza della dimensione professionale. Ha descritto il passaggio dall’uso del PC allo smartphone come una serie di “fratture cognitive” nella società: per la sua generazione, è solo tramite il lavoro che si è acquisita un’integrazione sociale prima e digitale poi, acquisendo competenze per utilizzare questi dispositivi per scopi non solo ludici e sociali ma anche pratici. 

Giuliana Cippelletti (Consigliera con delega ai Servizi personali e alle politiche per la terza età del Comune di Maleo) ha messo in luce l’esistenza di una differenza culturale significativa tra coloro che utilizzavano le ICT nel loro lavoro e coloro che non lo facevano. A questo proposito, il Comune di Maleo ha attivato iniziative di supporto, come uno sportello CAF, che aiuta gli anziani a comprendere l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico e della Carta di Identità Elettronica, attivandosi per permettere loro di progredire verso una maggiore autonomia.

Fulvia Colombini (Presidente Auser – Regione Lombardia) ha parlato del ruolo di Auser in questo contesto, a partire dall’adattare le proprie piattaforme digitali per renderle più accessibili, riconoscendo il cambiamento nell’uso delle tecnologie, dal PC allo smartphone. L’Auser inoltre ha promosso corsi di educazione tra pari, in cui i volontari anziani trasferiscono le loro competenze ad altri anziani, creando un ambiente di apprendimento reciproco all’interno del quale le esigenze specifiche possono emergere senza dare nulla per scontato. 

Marialuisa Manfredi (Presidente Auser – Comune di Codogno) ha evidenziato come, anche nel territorio di Codogno, Auser abbia avviato progetti che utilizzano tecnologie digitali per migliorare la vita degli anziani. Ha citato il servizio di telefonia sociale dedicato alle persone più fragili e il progetto della piazza virtuale, che ha permesso di mantenere la socialità tra i partecipanti, anche se in forma embrionale e più complessa rispetto alle moderne videochiamate.

I temi del dibattito, in sintesi

I servizi tra limiti e competenze: Le richieste agli sportelli del territorio si sono diversificate. Oltre alla consulenza per l’accesso al fascicolo sanitario elettronico e l’uso dello SPID, sono emerse domande più strumentali, come quelle provenienti da parte di giovani nonne che desiderano comunicare con nipoti e parenti lontani. Questa varietà di richieste evidenzia come la digitalizzazione possa rispondere a bisogni molto specifici, ma anche come i problemi legati ai servizi digitali riflettano criticità più ampie riguardanti i servizi pubblici in generale. La frammentazione e la scarsità di fondi per la sanità e per i servizi comunali creano barriere per una comunicazione efficace tra cittadini e servizi.

Raggiungere le persone escluse: Durante la discussione, è emerso il tema cruciale di come raggiungere le persone che rimangono escluse dai servizi digitali. L’invecchiamento sta diventando un fenomeno sempre più complesso e, per affrontare queste sfide, è necessaria una rete che favorisca la sinergia tra le amministrazioni e le  associazioni. È fondamentale riconoscere che l’autonomia non sarà raggiungibile per tutti, e come società dobbiamo assumerci la responsabilità di supportare coloro che ne avranno maggiore bisogno.

Collaborazioni necessarie tra le parti sociali: nel discutere il progetto SILVER, finanziato da Fondazione Cariplo, i cui sportelli all’interno delle sedi del Sistema Sanitario Territoriale offrono servizi di informazione su vari temi e raccolgono segnalazioni di esigenze più complesse, insieme ai piani di zona, finanziati triennalmente e utili per intercettare le persone con maggiori necessità, si enfatizza la necessità di adottare un approccio olistico. Sottolineando l’importanza di considerare i bisogni degli anziani nella loro totalità e garantire un welfare di prossimità, è stato ribadito il problema del sottofinanziamento, evidenziando come i servizi territoriali non possano essere sostenuti attraverso il supporto delle fondazioni private ma necessitino di finanziamenti pubblici di lungo periodo.

Ruolo del settore privato e accessibilità: Un altro tema emerso è stato il ruolo del settore privato, spesso assente nei dibattiti iniziali e riportato alla luce dal dibattito con il pubblico presente in sala. Questo settore utilizza il digitale per perseguire interessi economici e, talvolta, subentra come fornitore di servizi che, a livello pubblico, sono spesso erogati in modo frammentario e inefficiente. È importante ricordare che la Legge “Stanca” stabilisce che ogni servizio deve essere accessibile a tutta la popolazione, ma spesso gli anziani non sono consapevoli del fatto che i problemi che incontrano sono strutturali e non semplicemente legati a una loro mancanza personale. Nel sottolineare che, al giorno d’oggi, è più semplice acquistare un prodotto da una piattaforma online che prenotare una visita medica, evidenziando le difficoltà presenti nell’accessi ai servizi pubblici, ci si interroga sull’impatto che potrebbe avere in termini di accessibilità la delega di molti servizi essenziali al settore privato, insieme ai rischi che questa delega potrebbe comportare

Privacy e gestione dei dati sensibili: Infine, un tema cruciale è emerso riguardo alla gestione della privacy e dei dati sensibili nel fornire supporto all’utilizzo di servizi digitali. Il consenso deve essere costruito gradualmente, coinvolgendo le reti familiari in questo processo, per garantire un approccio etico e rispettoso delle esigenze degli utenti.

Conclusioni: co-progettare un futuro inclusivo

L’evento ha messo in luce le complessità e le opportunità offerte dalla digitalizzazione per migliorare la qualità della vita degli anziani. È emerso chiaramente che l’alfabetizzazione digitale non è solo una questione di competenze tecniche, ma coinvolge anche aspetti sociali, emotivi e relazionali. L’invecchiamento della popolazione porta con sé una serie di sfide uniche, e le soluzioni devono essere progettate tenendo conto delle esigenze specifiche di questa fascia di età. Per garantire che nessuno resti indietro, sembra dunque essenziale un approccio integrato tra più livelli di supporto. Ciò richiede la creazione di reti tra amministrazioni pubbliche, associazioni e volontariato, affinché possano lavorare in sinergia per raggiungere le persone più vulnerabili. Nell’impegno per garantire una vita soddisfacente, è fondamentale riconoscere che l’autonomia non possa sempre essere un obiettivo praticabile per tutte le persone anziane, e come società abbiamo la responsabilità di sostenere chi non può beneficiare pienamente e in maniera indipendente dei frutti della digitalizzazione. Allo stesso tempo, le parti sociali possono beneficiare da un cambio di prospettiva che non veda il principio dell’indipendenza come dirimente nella qualità della vita individuale ma orienti le pratiche di supporto verso la creazione di reti di relazioni e erogazione diffusa di servizi di prossimità che si impegnino per generare benessere collettivo.

In questo, è cruciale ascoltare e integrare il punto di vista degli anziani stessi. Le loro esperienze e feedback devono guidare la progettazione dei servizi, affinché questi non siano solo tecnologie imposte dall’alto, ma strumenti utili e accessibili che rispondano a reali necessità. Il dialogo e la partecipazione attiva degli anziani nella definizione delle politiche digitali possono contribuire a sviluppare servizi più inclusivi e pertinenti.

In sintesi, il futuro della digitalizzazione dei servizi pubblici per le persone anziane richiede un impegno collettivo. Solo attraverso una cooperazione autentica e una visione inclusiva possiamo costruire una società in cui ogni anziano possa trarre beneficio dalle opportunità offerte dalla tecnologia, partecipando attivamente e con dignità alla vita comunitaria.