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Lo scorso 12 ottobre, la Casa delle Associazioni di Casalpusterlengo ha ospitato l’evento “Vita Quotidiana, Digitale e Territorio: a che punto siamo con la ricerca nel Lodigiano?”, un appuntamento che ha coniugato aggiornamenti scientifici, racconti di vita e convivialità. 

Emanuela Sala dell’Università di Milano-Bicocca ha aperto l’incontro ripercorrendo le tappe principali della ricerca dal suo avvio nel 2020. La novità di quest’anno è la collaborazione con la Fondazione Golgi Cenci, importante centro di ricerca di Abbiategrasso da tempo impegnato sui temi dell’invecchiamento e sul rapporto con le tecnologie digitali. Il gruppo era rappresentato da Elena Rolandi, responsabile del settore di psicologia, e Anna Napoletano, ricercatrice che sarà impegnata nel sesto anno di indagine sulla popolazione del lodigiano e che ha condiviso il suo percorso accademico raccontando le esperienze che l’hanno portata ad appassionarsi allo studio del digitale e dei processi di invecchiamento.  

Giulia Melis, ricercatrice dell’Università di Milano-Bicocca che ha ideato lo studio nel 2020 insieme a Emanuela Sala e Daniele Zaccaria, della SUPSI di Lugano, ha condiviso alcune riflessioni sui risultati della quinta rilevazione, restituendo un quadro sul legame tra vita quotidiana, biografie personali e strategie di utilizzo dei servizi pubblici digitali. I risultati hanno ricordato come il digitale non sia una dimensione esclusivamente tecnica ma presente nelle relazioni quotidiane, fatte di persone e scambi di aiuto dentro e tra le generazioni. 

Le riflessioni dalla ricerca hanno aperto al confronto con associazioni e istituzioni impegnate in prima linea nel territorio di Casalpusterlengo: l’assessora Romina Capelli, Tea Valendino, presidente della sezione locale dell’Auser Casalpusterlengo, e Fausto Sesenna, presidente dell’Associazione TuttInsieme. Al centro della discussione, il rapporto tra anziani e digitale, tra sportelli comunali, trasporti solidali, relazioni umane. Come sottolineato dall’assessora Capelli, un comune digitalizzato è solo apparentemente più performante, se non si prende cura di quella parte di popolazione che fa fatica. Entra qui il ruolo imprescindibile delle associazioni: il lavoro di Auser come impegno costante e quotidiano di supporto alle persone più sole e in condizioni di fragilità, e l’impegno del centro sociale TuttInsieme rivolto alla prevenzione di truffe telefoniche e virtuali. Le associazioni riconoscono l’utilità della digitalizzazione, sebbene non mancano di sottolinearne le criticità: se per Tea «la digitalizzazione ci ha portato ad isolarci», per Fausto «ci vuole anche il contatto personale, soprattutto per combattere la solitudine». Alla domanda su come coniugare la parola “benessere” all’invecchiamento, le risposte sono arrivate in maniera sincera e corale da pubblico e parti sociali: salute, tranquillità, una rete familiare e sociale solida su cui poter contare. 

La seconda parte dell’incontro ci ha portato, metaforicamente, dalla scrivania alla cucina – o meglio, nei ricordi. Il laboratorio “Te gh’hee famm? Il sapore dei ricordi, le ricette che ci hanno fatto crescere” è stato un viaggio comunitario tra rimedi, tramandati o riscoperti nel tempo, e profumi di casa: abbiamo ripercorso insieme quelle ricette che passano di mano in mano, come i racconti delle generazioni che ci hanno preceduto e di cui ci è stato portato qualche esempio. Tra assaggi e risate, abbiamo condiviso aneddoti e segreti di una volta. Si è parlato di impacchi con uova e fieno per le slogature, di bottiglie d’olio per curare l’orzaiolo, ricordando persino la grappa nella minestra “contro il freddo di un tempo”, creando grazie a queste condivisioni un’atmosfera piena di calore e nostalgia, ma anche tanta allegria. Una partecipante ha portato con sé un vero tesoro: l’antico ricettario scritto a mano dalla nonna, con quella calligrafia elegante che non si vede più e le ricette che ci riportano al lavoro meticoloso e amorevole di ragazze e ragazzi del secolo scorso. Gesti come questo danno senso all’impegno scientifico sul territorio: unire le nostre ricerche con “assaggi” di umanità, coniugare lo studio del presente con la memoria del passato, in un cammino condiviso di persone, racconti, piccoli ricordi che simboleggiano grandi storie, sono elementi che collegano le tracce che lasciamo nel quotidiano con lo studio e la condivisione scientifica. 

Un grazie sentito a tutte e tutti coloro che hanno partecipato, ascoltato, parlato e condiviso con noi il loro tempo, le loro riflessioni, le loro ricette e i ricordi. Momenti come quelli del 12 ottobre danno valore alla ricerca, ma soprattutto danno senso al cammino che stiamo facendo insieme.